di Nadia Lucia Cerioli
Per capire un po’ meglio
di cosa stiamo parlando e di quanto importante sia conoscere l’argomento, vorrei raccontarvi brevemente la storia della sostenibilità e dei passi compiuti in circa quarant’anni di discussioni e incontri a livello mondiale sul tema.
Certo, c’è ancora molto da fare, anzi moltissimo…ma diventare consapevoli del percorso tracciato e degli obiettivi futuri ci può rendere attori, nel nostro piccolo, del cambiamento verso un mondo migliore.
Come abbiamo accennato nel precedente articolo, il concetto di sostenibilità è stato definito fin dai suoi esordi come “sviluppo sostenibile”: da questa visione discende chiaramente l’idea secondo cui lo sviluppo economico non possa prescindere da azioni atte a rispettare l’ambiente, anche portando avanti processi produttivi e stili di vita compatibili con la capacità rigenerative dell’ecosistema insieme a tematiche di profilo etico e di giustizia sociale.
In seguito al Rapporto Brundtland del 1987, nel 1992 si tenne a Rio de Janeiro la Conferenza delle Nazioni Unite su ambiente e sviluppo (UNCED, United Nations Conference on Environment and Development), che formalizzò ulteriormente questi concetti adottando la Dichiarazione di Rio su ambiente e sviluppo, l’Agenda 21 e la Dichiarazione sulla gestione, la conservazione e lo sviluppo sostenibile delle foreste. A queste dichiarazioni seguirono poi altri atti, fra i quali vale la pena di ricordare la Convenzione sulla diversità biologica, entrata in vigore nel 1993, e la Dichiarazione di Johannesburg con il piano di attuazione del Vertice mondiale per uno sviluppo sostenibile (Johannesburg Plan of Implementation, JPOI) del 2002.
Tutti questi documenti hanno messo in luce ancor di più lo stretto nesso esistente fra tutela dell’ambiente, crescita economica e sviluppo sociale, legando in maniera inscindibile il concetto di sostenibilità ambientale a quello di benessere in tutte le sue declinazioni.
Successivamente, nel 2015, i governi di 193 Paesi membri dell’ONU sottoscrissero l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, un accordo che comprende al suo interno anche i cosiddetti 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) articolati in 169 target, che i Paesi sottoscrittori si sono impegnati a raggiungere entro il 2030.
Gli obiettivi comprendono, fra gli altri, la lotta alla povertà, l’eliminazione della fame e il contrasto al cambiamento climatico e sono comuni a tutti i Paesi e a tutti gli individui. Infatti, l’idea correttamente sottesa è che possano essere raggiunti solo con un impegno collettivo, senza nessuna esclusione.
Infine, a livello comunitario, sulla scia di questi ed altri accordi internazionali, fra cui l’accordo di Parigi del 2015, il Parlamento europeo ha approvato nel 2020 il cosiddetto Green Deal con lo scopo raggiungere la neutralità climatica entro 2050. Per raggiungere questo ambizioso traguardo, è stato previsto un importante supporto economico per attuare politiche e investimenti volti a mitigare gli effetti del cambiamento climatico (climate change), a contenere o eliminare l'inquinamento ambientale e le emissioni nocive, a tutelare o ripristinare la biodiversità, tenendo in debita considerazione il lungo lavoro a monte di questo atto.
Perché ho voluto raccontare tutto ciò? Perché credo importante diffondere quanto impegno è stato ed è profuso a tutti i livelli e quanta importanza rivestono le tematiche che vogliamo pian piano affrontare in questa Sezione. È fondamentale avere una visione d’insieme per essere parte integrante e consapevole del cambiamento che, come ogni cambiamento reale, parte in primis da noi!
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