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Cyrtophora citricola: l’utilità del ragno ingegnere.

di Stefano Sensi


È estate, e per tutti noi amanti del mare, è arrivato il momento di fuggire dalla canicola dei centri urbani per raggiungere i lidi assolati alla ricerca di un po’ di relax e di bagni rigeneranti nei nostri splendidi mari.


In genere per raggiungere le mete marine, dal luogo in cui si parcheggia alla spiaggia, si possono affrontare percorsi più o meno agevoli: ecco i miei sono sempre piuttosto scomodi e questo perché spesso, al disagio avuto per l’anelato tuffo tra le onde, corrisponde in genere un luogo più appartato ed intimo, lontano dalle spiagge affollate dei mesi estivi.


In poche parole, per un po’ di tintarella ed una nuotata rigenerante, mi trovo spesso obbligato ad attraversare intricati grovigli di arbusti (a volte anche spinosi) della macchia mediterranea dove il fittume di lentischi, lecci, ilatri, mirti, smilaci e rovi, ospita miriadi di filari argentei, abilmente intrecciati tra loro da piccoli “ingegneri e divini orologiai” (cit. P. Neruda) che qui vivono, cacciano e si riproducono, non curanti degli schiamazzi, dei flutti, degli schizzi d’acqua e degli aperitivi che si susseguono al di là della zona retrodunale della macchia.


Tra gli architetti di queste splendide strutture, uno in particolare si distingue per le innate capacità costruttive e si tratta dell'araneide Cyrtophora citricola (ragno ingegnere), il principale protagonista di questo breve articolo, che potrete osservare con facilità nelle macchie dei litorali toscani e laziali (ma è presente un po’ ovunque in Italia e nel bacino del mediterraneo, soprattutto nelle aree meridionali).


Un aracnide piuttosto comune quindi, non molto conosciuto, ma facilmente individuabile per il caratteristico opistosoma (addome) tubercolato che in controluce o in penombra, appare puntinato di bianco e per le singolari  ragnatele con cui adorna i bassi arbusti della macchia.


Il nome deriva dal greco κὺρτο

ς, kyrtos, cioè arcuato, piegato, rigonfio, curvo, e dal greco φορά, phorà, cioè il portare, trasportare, per la forma arcuata e rigonfia dell'opistosoma.



Questa specie può vivere, all’interno della stessa popolazione, da sola o in grandi colonie che possono contare fino a centinaia di individui. Vi è uno spiccato dimorfismo sessuale nella specie con la femmina di circa 10mm più grande rispetto al maschio.


Cyrtophora citricola costruisce una ragnatela con una forma che ricorda un ombrello al contrario e che non è adesiva: questa presenta fili "d’inciampo"al di sopra della superficie e tiranti di ancoraggio sotto di essa.

La spirale di cattura al centro della ragnatela si solleva a formare uno stretto imbuto ed è tessuta in modo da formare un rifugio in cui il ragno trascorre la maggior parte del suo tempo. La modalità di funzionamento di questa ragnatela è piuttosto semplice: non appena il ragno localizza una preda caduta sulla tela, grazie alle vibrazioni provocate dalla stessa, la raggiunge, la lega e sferra il suo morso letale.


Una curiosità su questa specie riguarda la funzione ecologica svolta dai piccoli che al momento della schiusa delle uova, tessono una tela adiacente a quella della madre e si cibano di micro-insetti, spesso parassiti nocivi per le piante. Non solo, studi recenti effettuati dai ricercatori delle Università di Portsmouth e Nottingham in Inghilterra e dell’Università Ben-Gurion del Negev in Israele, hanno evidenziato come la Cyrtophora citricola sia un utile agente di controllo biologico di insetti parassiti del pomodoro come la tignola del pomodoro (Tuta absoluta) responsabile di danni diretti e indiretti a carico

delle coltivazioni di pomodoro in pieno campo e in serra.


I ricercatori hanno notato che la cattura e la capacità di predare di questi ragni è proporzionale alla dimensione delle ragnatele, a sua volta proporzionale alla dimensione dei ragni e poiché questi ragni hanno sviluppato la capacità di vivere in gruppo, potrebbero inoltre essere adatti al controllo biologico più di quanto possano esserlo i ragni solitari e più aggressivi, inclini al cannibalismo. In ogni caso sono necessari ulteriori studi e approfondimenti. Ora, infatti, l’obiettivo è accertarsi che questi ragni non abbiano un impatto negativo sull’impollinazione delle colture, catturando e nutrendosi di api e altri importanti impollinatori.


Foto di Stefano Sensi presso vegetazione retrodunale spiaggia La torba (Capalbio)


Fonti:

- Guida ai ragni dell'Europa - Heiko Bellman- Fruit Journal

- Tuta absoluta: biologia e lotta di Silvia Seripierri (https://www.fruitjournal.com/tuta-absoluta-biologia-e-lotta/)

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