Giornata Mondiale dell’Ambiente 2025: i danni della plastica
- Gioia Belardinelli
- 5 giu
- Tempo di lettura: 5 min
di Roberta Raviolo

Anche per quest’anno, il 2025, si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente. Da oltre 50 anni, il 5 giugno è il giorno in cui in tutto il mondo si ricorda quanto sia importante rispettare il terreno, l’aria, l’acqua. Un patrimonio di risorse che, negli ultimi decenni, l’umanità ha sfruttato e vilipeso, portando l’inquinamento a livelli preoccupanti. Così, anche per il 2025, la Giornata Mondiale dell’Ambiente richiama l’attenzione a uno stile di vita in generale più attento e sostenibile. Il tema di quest’anno è la plastica: un materiale leggero, ma pesante per il benessere del pianeta, diventato un’emergenza della quale ciascuno di noi deve farsi carico, anche con scelte precise nella vita di tutti i giorni.
I danni della plastica sull’ambiente
Quella della plastica è una vera emergenza perché i dati sono preoccupanti: secondo dati diffusi dal Parlamento Europeo https://www.europarl.europa.eu/topics/it/article/20181212STO21610/rifiuti-di-plastica-e-riciclaggio-nell-ue-i-numeri-e-i-fatti, i consumi di questo materiale sono passati da un milione e mezzo di tonnellate nel 1950 a 359 milioni di tonnellate nel 2018. Solo una piccola percentuale di queste riesce effettivamente a essere riciclata, come sostiene Greenpeace https://www.greenpeace.org/static/planet4-italy-stateless/2024/11/8ca4eeb0-corepla-report-2.pdf. La maggior parte finisce in mare dove crea addirittura isole galleggianti. Questa “terraferma di plastica” ha un nome, platisfera ed è l’habitat di organismi marini come alghe, crostacei e invertebrati che si sono adattati a convivere con essa. Le isole di plastica della platisfera galleggiano sulle acque marine e possono spostarsi anche di chilometri, raggiungendo le spiagge dove rappresentato un possibile pericolo per la salute. Secondo i ricercatori la plastisfera è ricca di vibrioni, microrganismi portatori di colera e di altre malattie gastroenteriche. Ma c’è di più: i frammenti di plastica sono ingeriti dagli animali, con gravi danni sulla fauna sia marina sia terreste. E spesso rappresentano una causa di morte atroce, basti pensare alle immagini di tartarughe marine o mammiferi intrappolati da reti o feriti da ami.
Un pericolo per la salute umana
E poi ci sono i danni per la salute umana. La plastica, sia dispersa nell’ambiente sia usata per il confezionamento di prodotti che portiamo in tavola, rilascia microparticelle che finiscono nei cibi con i quali sono in contatto, nelle acque, nell’aria, come ha denunciato anche l’Efsa, Agenzia Europea per la sicurezza alimentare. Il nostro organismo le assorbe e queste si comportano come “stalker ormonali” o interferenti endocrini. Tra le sostanze responsabili ci sono per esempio il Pvc, o cloruro di polivinile, utilizzato per la produzione di moltissimi materiali, per la plastica, per rendere impermeabile il legno, per carte speciali destinate alla cottura e alla conservazione del cibo. Altra plastica pericolosa, è il bisfenolo A o Bpa, impiegata per anni nella produzione di contenitori in plastica, tappi di barattoli e per il rivestimento di contenitori destinati all’uso alimentare. Un tempo veniva utilizzato anche per la produzione dei biberon in plastica per l’infanzia, pratica oggi vietata. C’è plastica nel nostro cervello, in una quantità aumentata di circa il 50% in soli otto anni,
Gli effetti sul benessere
Diversi studi hanno accertato che l’azione da interferente endocrino che svolge la plastica può contribuire alla comparsa di vari disturbi, oggi più frequenti che in passato probabilmente a causa della vasta diffusione di questa sostanza nell’ambiente e negli alimenti. Può inibire l’attività della tiroide, causando ipotiroidismo e comparsa di gozzo. Effetti negativi ci sono anche sugli apparati riproduttori, sia maschile sia femminile, a causa della loro azione analoga a quella degli ormoni. Nel maschio, si verifica un aumento degli estrogeni e la conseguenza può essere la riduzione sia del numero sia della motilità degli spermatozoi. Nella donna, l’aumento degli ormoni è legato a endometriosi e sindrome dell’ovaio policistico. In entrambi i sessi, l’inquinamento da plastica favorisce la comparsa di alterazioni del metabolismo con comparsa di sovrappeso, obesità, aumento di colesterolo e trigliceridi nel sangue, diabete. E gli effetti nocivi della plastica si esplicano anche sul bambino che cresce nel ventre materno, perché questa sostanza è stata riscontrata anche nella placenta https://www.sismer.it/microplastiche-placenta-come-difendersi/. I bambini rischiano, in misura maggiore rispetto a una volta, problemi come iperattività e deficit di attenzione, ma anche disturbi allergici e del sistema immunitario.
Le 5 regole d’oro per limitare l’uso della plastica
Occorre un vero cambio di rotta da parte delle Nazioni di tutto il mondo per arginare il problema e la Giornata Mondiale dell’Ambiente contribuisce a questa presa di consapevolezza. Questo non cambia il ruolo che ha ciascuno di noi, che parte dalle buona regole di tutti i giorni e fin dai primi anni di vita. Un comportamento responsabile può fare la differenza. Vediamo come.
Addio bottiglia di plastica
Secondo un report di Legambiente, in Italia ogni anno si consumano circa 8 miliardi di bottiglie di plastica per l’acqua potabile. Quintali di materiale inquinante che si potrebbero evitare installando un depuratore domestico oppure procurandosi acqua buona e controllata “alla spina” nei numerosi distributori presenti in aree aperte o in supermercati biologici.
Educare le nuove generazioni
Anche i più piccoli possono e devono abituarsi ad uno stile di vita più sostenibile https://www.liberidallaplastica.it/scuole-libere-dalla-plastica-come-educare-i-bambini-alla-sostenibilita/, in ogni ambito della quotidianità, dalla scuola agli spazi pubblici e comuni, al gioco in casa. Molti giocattoli per bambini e materiale scolastico sono realizzati con materiali riciclati e riciclabili al 100%, come il legno, oppure compostabili. Si trovano nei negozi, oppure cercando tra le pagine di molti siti di e-commerce.
Per l’igiene personale
Ogni anno nel mondo si producono oltre 350 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, derivati da contenitori di shampoo, docciaschiuma e altri prodotti per l’igiene personale. Scelte etiche e sostenibili possono limitare questo impatto ambientale, scegliendo packaging plastic free e formulazioni naturali, ma anche detergenti per le mani e il corpo in versione solida. Esistono anche versioni ecologiche di pettini, spazzole, spazzolini da denti, in legno o altro materiale riciclabile al 100%.
Per la pulizia della casa
La plastica è presente nei contenitori, ma anche all’interno dei prodotti per l’igiene domestica sotto forma di polimeri di plastica. Presso molti punti vendita di prodotti biologici e supermercati ben forniti, è possibile fornirsi presso distributori di detersivi e detergenti utilizzando contenitori in vetro o in metallo. Esistono anche detergenti per la casa in packaging di cartone.
No alla fast fashion
Scegliere con attenzione l’abbigliamento può ridurre la dispersione della plastica. Basta evitare la cosiddetta fast fashion, indumenti in tessuti derivati dalla plastica, poco costosi che quando non piacciono più si eliminano senza rimpianti. Questa tendenza ha raddoppiato la quantità di capi prodotti, abbassandone la qualità e causando tonnellate di rifiuti. I tessuti sintetici infatti, durante i lavaggi, rilasciano nell’ambiente dannose microplastiche derivate dagli idrocarburi utilizzati per produrli. È indispensabile invertire questa tendenza. Gli indumenti in fibre naturali, anche se costano di più, durano a lungo e non hanno questo impatto sull’ambiente.
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