Breve guida ai profili da evitare
In un’epoca dominata dai social media e dalle interazioni che viaggiano sul filo di un post, nel contesto di relazioni molto spesso virtuali, non può certo stupire la proliferazione di tutti quegli strumenti che aiutano le persone a conoscersi e a incontrarsi: incontri dapprima virtuali ma che poi al termine di un percorso che implica la costruzione di fiducia e la condivisione di un desiderio, sfociano necessariamente in incontri tra persone in carne e ossa, nella vita reale.
Viviamo vite frenetiche che non ci lasciano tanto tempo per andare in giro a conoscere nuove persone; vite frenetiche nelle quali peraltro l’interazione social, quindi virtuale, ha acquisito ormai da tempo uno spazio spesso dominante e che è diventato il modo “normale” di connettersi con le altre persone.
Ricordate quando si usciva per andare a “rimorchiare”?
l pappagallo italiano, quando non diventava molesto, faceva parte un po’ delle glorie nazionali famose nel mondo.
E le scorribande femminili alla “Sex and the City” hanno rappresentato con leggerezza un modo di affermare la nostra libertà.
Insomma, uscivamo e spesso conoscevamo nuove persone, lo facevamo in tante e in tanti, ciascuno a modo suo, e di sicuro in parte si fa ancora oggi, ma in un contesto che appare radicalmente cambiato.
In questa chiave, le app di dating sono strumenti per sfuggire a situazioni difficili oppure un modo nuovo per rispondere a classici bisogni di socialità e leggerezza?
Personalmente non mi è mai capitato, finora, di fare uso di questi strumenti, ma quello delle app di appuntamenti è una cosa che mi incuriosisce tantissimo.
Molte ragazze/donne che conosco, anche se single, appaiono un po’ diffidenti all’idea di utilizzare questo tipo di app, forse per pudore, forse per timore.
Di sicuro, c’è una differenza sostanziale tra gli incontri che possono avvenire nella vita reale e quelli a cui si può arrivare grazie alla frequentazione di queste app: negli incontri classici non sai mai se la persona con cui stai parlando prova la tua stessa attrazione, non sai se è interessata, c’è questa specie di mistero, di grande incognita, che può incuriosire e può divenire anche uno stimolo a voler conoscere meglio l’altro; su una app di incontri questa asimmetria informativa si azzera e le emozioni si livellano: sappiamo entrambƏ di essere lì per la stessa ragione e per giunta ci siamo già matchati.
Non c’è il rischio – mi chiedo - che si perda un po’ di magia?
Poi però senti storie di amici e conoscenti che, grazie a Tinder, si sono perfino innamorati, si sono sposati e hanno messo su famiglia e allora capisci che lo scenario è ancora più complesso di quanto sospettavi.
Il tema mi appare decisamente denso di implicazioni e con la psicoterapeuta Francesca Castro arriveremo ad approfondirlo fino ad uno dei fenomeni recenti più diffusi - in senso negativo - da quando le persone si conoscono tramite social e app: sto parlando del ghosting.
Nel frattempo, in attesa di analizzare meglio quest’ultimo fenomeno decisamente poco rassicurante, oggi ci siamo divertite a stilare una lista, per nulla esaustiva, dei personaggi (maschili 😉) che popolano queste app. Quelli da evitare o che potrebbero scoraggiarvi a continuare la vostra ricerca.
Buon divertimento.
Lo swipatore compulsivo – È quello che mette swipe a tutte, senza neppure soffermarsi a guardarle. Tale soggetto maschile punta sulla quantità, così da avere il maggior numero di match possibile. Lo riconosci perché, se hai avuto la sfortuna di ricambiare la sua distrazione, ti scriverà chiamandoti col nome di un’altra. O andrà subito al sodo: “Di che zona sei?”. “Facciamo da te?”. O peggio ancora ti invierà foto intime non richieste. Per fortuna su Tinder c’è un limite giornaliero di like che puoi mettere. Forse è il caso di abbassarlo?
Il globetrotter – Si presenta come un ottimo partito: carino, gentile, istruito. Ha un catalogo di foto di viaggi spettacolari di cui ti parlerà e ne resterai ammaliata. Ma aspetta a gioire, perché presto finirà per dirti cose tipo: “No, mi spiace non guardo la tv”, “No, guarda, io non leggo i giornali”, “Non leggo libri” (A parte la Lonely Planet). Scusa, ma allora di cos’altro possiamo parlare, a parte i tuoi viaggi fantasmagorici?
Il cercatore di follower – E’ generalmente un gran bel pezzo di ragazzo. Ha delle foto pazzesche, non si capisce se grazie al suo nuovissimo iPhone o se si porti appresso un fotografo professionista armato di luci, cavalletti e chissà quale altra diavoleria tecnica per immortalarlo sempre raggiante. Vi aggancerà con una conversazione accattivante, qualche battutina divertente che finalmente sfonda il muro di noia e frustrazione che nel frattempo si è eretto nella vostra mente. Vi dirà che è in partenza ma che vorrebbe continuare a sentirvi più assiduamente per potervi incontrare al suo ritorno. “Questo è il mio Instagram: aggiungimi, se vuoi”. Elegante, ti ha convinta, lo assecondi. Per poi scoprire che sei solo una dei suoi 500mila follower e che nella chat rotolano ormai solo balle di fieno. Una volta ottenuto il vostro like, non si farà più sentire.
Il selfista seriale - Selfie allo specchio, generalmente in bagno, con gli addominali scolpiti, i bicipiti rigonfi, i pettorali che guizzano, selfie con la moto, selfie con l’auto sportiva, selfie con un’altra… Ah, e questa chi è? Un’amica? Tua sorella? La tua ex? Mah. E per concludere foto con l’unico completo in giacca e cravatta che ha, ovviamente scattata a qualche matrimonio.
Menzione speciale per quelli che mettono selfie con animali domestici, generalmente cuccioli, nella speranza di farvi intenerire. Ma anche no!
E infine quelli che ti scrivono “Ciao come stai?” Ma perché? Ci conosciamo? Ti sembra davvero la prima domanda da farmi? …
E voi? Che ne pensate? Avete mai utilizzato app di appuntamenti? E com’è stata la vostra esperienza? Scrivetelo nei commenti e continueremo a parlarne.
Comments