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Un paese dove andare in vacanza. Viaggio nel carattere degli italiani

L'intervista a Giovanni Baiocchi


di Gioia Belardinelli


Un percorso tra etica e estetica, tra l’apparire e l’essere, è quello che facciamo sfogliando le pagine di “Un paese dove andare in vacanza.Viaggio nel carattere degli italiani", libro scritto da Giovanni Baiocchi, consigliere parlamentare, capo della segreteria della Commissione Affari Esteri e Difesa del Senato della Repubblica.

L’autore, dopo aver definito la nozione di carattere nazionale, ripercorre le varie interpretazioni che sono state formulate sulla forma mentis dell’italiano medio, soprattutto dagli innumerevoli cultori del Grand Tour nella Penisola, e con approccio privo di valutazioni morali, prova poi a delineare una propria congettura, un'ipotesi di spiegazione dell'”essere italiano”. 


Secondo questa ipotesi, abbiamo una spiccata e prevalente predisposizione per il momento esterno, esteriore, estetico, epiteliale dell’agire, che a volte va a discapito dell’interiorità, della profondità e dell’introspezione riflessiva che conducono inevitabilmente all’inquietudine del vivere. 


Nell’italiano, il profilo superficiale, ciò che si vede ed è visto dagli altri, è comunque predominante rispetto alla modalità più incentrata sul fare e sul reale. Il sembrare fa premio sull’essere.


Le  tappe principali raccontate nel libro si dividono in cinque settori diversi: Famiglia, Religione, Strada, Politica e Guerra. 


Partendo da questa approfondita e puntale esplorazione sul carattere degli italiani ho voluto cercare di capire e analizzare quanto, secondo l’autore, le caratteristiche da lui elencate possano conciliarsi con quel cambiamento “sostenibile” di cui parliamo spesso e che ci sta tanto a cuore. 


Allora Giovanni, in base alle tue ricerche e alle tue esperienze, gli italiani sono caratterialmente inclini a sostenere e adottare comportamenti sostenibili attivandosi in tal senso nei campi del sociale, dell’ambiente, dell’economia e della cultura  per  rendere il mondo un luogo più giusto per tutti e tutte?

Anche se fondamentalmente gli italiani sono per carattere individualisti, il tema dell’ambiente in Italia è molto sentito, perché l’italiano ha ancora come centro la famiglia e la famiglia sono i figli, quindi siamo ben consapevoli, non tutti ovviamente, che ai figli dobbiamo lasciare un mondo che sia più sano possibile in cui vivere. 


Quindi l’italiano è individualista ma non per questo poco sensibile?

Esattamente, l’italiano è sensibile, legato alle tradizioni, ai territori e quindi auspicabilmente sensibile anche ai temi dell’ambiente, della sostenibilità e del mondo che abitiamo. Basti pensare che l’italia è uno dei paesi con il terzo settore e il mondo del volontariato più diffuso, anche perché il ruolo della Chiesa, molto sentito in Italia, contribuisce a creare una sensibilità da quel punto di vista.


Quali sono gli aspetti che in questo contesto possono essere dei limiti di noi italiani?

Purtroppo gli italiani hanno una visione che si limita troppo nel breve periodo, è invece necessario capire che l’interesse nazionale, della collettività, non è qualcosa che è limitato nel breve periodo, parlo di quello ambientale, di quello sociale, e anche di quello politico. Abbiamo dei governi che durano sempre poco e questo attesta che il concetto di interesse nazionale, che comprende l’ambiente, l’economia, la società non riesce a trarne dei vantaggi nel lungo periodo. Questo limite è stato evidente nella prima repubblica, nella seconda e anche nella terza è così, e questo ci penalizza.


Ripercorrendo il tuo pensiero e l’importanza che danno gli italiani alla parte estetica delle cose, e quindi al loro apparire, mi chiedo se un incremento della comunicazione in tali ambiti, quindi il valorizzare le persone e le aziende che usano “approcci sostenibili” possa essere una delle strade sulle quali insistere per diffondere e quindi fare propri approcci e pratiche “sostenibili” negli ambiti già citati?

Sì insistere su questo interesse italiano può avere i suoi buoni frutti. Sono partito proprio dal pensiero di Søren Kierkegaard e del suo dimostrare che chi ha un approccio estetico nella vita guarda al presente, al qui e ora, non ha una visione della responsabilità complessiva, non ha una visione dei doveri.  

Noi italiani probabilmente abbiamo ereditato questo approccio dalla nostra storia, perché come diceva Benedetto Croce, il carattere nazionale è il frutto della storia di quel determinato paese. Evidentemente avendo avuto secoli di dominazione straniera, abbiamo avuto un rapporto con il potere come qualcosa che ti viene imposto dall’alto e ci siamo adattati indossando una maschera per sopravvivere. Quindi succede che adottando quella maschera, puoi trovare anche momentaneamente una gioia nel vivere, ma è una gioia di corto periodo. La domanda da porci spesso quindi potrebbe essere: “Adottando questo approccio in realtà stiamo facendo il nostro bene?”


Una domanda che secondo me porta a un’unica risposta, ovvero no, perché le gioie momentanee possono anche appagarti nel breve periodo, ma è dedicandosi alle cose e vederle crescere e migliorare che può risiedere la nostra soddisfazione e i risultati migliori. 

E allora dopo questa bella chiacchierata con Giovanni Baiocchi l’auspicio che faccio a me e a tutte e tutti quelli che ci leggono è di riuscire a vivere il presente sì, ma specialmente negli ambiti della sostenibilità, forse è veramente arrivato il momento di mettere in atto approcci e atteggiamenti, singolarmente e collettivamente, tempestivi e lungimiranti perché alcune cose se non modificate per tempo porteranno un giorno, sempre più vicino,  al non poter vivere nemmeno più positivamente quel “qui e ora” che tanto ci piace. 





L’autore

Giovanni Baiocchi è laureato in Scienze politiche internazionali e in Giurisprudenza. Dal 1987 fa parte della carriera direttiva nel Senato della Repubblica, dove si è occupato di questioni europee e di diplomazia parlamentare, avendo l’opportunità di interloquire con la leadership politica nazionale e degli altri Paesi. Attualmente è a capo della segreteria della Commissione affari esteri e difesa. Ha pubblicato articoli e saggi giuridici in materia internazionalistica, nonché romanzi e testi monografici. Tra questi, Un Paese dove andare in vacanza. Viaggio nel carattere degli italiani (Rubbettino, 2023).



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