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Cambiamenti climatici: capire e agire

di Nadia Lucia Cerioli

Non è semplice parlare in modo chiaro e sintetico di un tema così attuale e drammatico come quello che riguarda i cambiamenti climatici, anche perché fra attivisti e negazionisti esiste un mare magnum di individui che vorrebbero semplicemente comprendere cosa sta realmente accadendo e, perché no, quale apporto possono fornire per contribuire ad invertire la rotta.


Ma cominciamo dall’inizio…


Cosa si intende quando si usa l’espressione “cambiamenti climatici”? E perché è così importante conoscerli davvero?


I cambiamenti climatici sono fenomeni, provocati dal riscaldamento globale, che riguardano mutamenti a lungo termine delle temperature, della quantità e intensità delle precipitazioni e, più in generale, dei modelli meteorologici del pianeta.


Nel corso del tempo queste variazioni sono avvenute naturalmente: il clima della Terra, infatti, è passato attraverso periodi glaciali o rialzi termici, con cicli della durata di decine di migliaia o milioni di anni.


Tuttavia, a partire dall’era industriale, indicativamente dal XIX secolo in poi, l’innalzamento delle temperature ha subìto un acceleramento più consistente rispetto a qualsiasi altra epoca precedente e, ormai, appare accertato che il principale fattore all’origine di tale accelerazione sia da considerarsi imputabile alle attività umane, soprattutto alla combustione di combustibili fossili e alla conseguente emissione di gas ad effetto serra. Questi gas, trattenendo il calore del sole in maniera inconsueta nell’atmosfera, provocano un anomalo innalzamento della temperatura globale.


Non solo combustibili fossili, però: anche altre attività come attività industriali e trasporti, gestione dei rifiuti, climatizzazione degli edifici, agricoltura e zootecnia, scorretta gestione del suolo o disboscamento eccessivo, rappresentano attività antropiche responsabili dell’aumento incontrollato dei cosiddetti gas serra e, di conseguenza, dell’incremento della temperatura.

Senza trascurare l’apporto dei fenomeni naturali (come, ad esempio, l’attività vulcanica o le variazioni dell’attività solare).


La quasi totalità della comunità scientifica internazionale concorda con l’IPCC - Intergovernmental Panel on Climate Change nell’affermare che "gran parte del riscaldamento osservato negli ultimi 50 anni sia attribuibile alle attività umane.


Pensate che la temperatura globale del pianeta è cresciuta di 1,1 °C rispetto all'epoca preindustriale. Ma non basta: se, infatti, l’incremento termico proseguirà con le stesse modalità attuali, entro la fine del secolo si potrebbe registrare un aumento delle temperature sino 3-5 °C, con effetti potenzialmente disastrosi.


Fra le conseguenze più preoccupanti di una simile situazione, pensiamo al massivo scioglimento dei ghiacci, soprattutto quelli dei poli, cui segue necessariamente un aumento del livello del mare con inevitabili inondazioni e disastri per le zone costiere.

Non solo: gli eventi meteorologici possono diventare sempre più estremi e più frequenti. Parliamo di tempeste violente, gravi fenomeni siccitosi, ondate di calore fuori controllo.


È comprensibile che, in un simile quadro, vengano messi a rischio anche lo stato dell’ambiente, come pure la salute dell’uomo fino ad arrivare alla sicurezza alimentare. E occorrerà che, a questo, chi è deputato faccia fronte in tempi brevi per evitare disastri ambientali e umanitari di proporzioni inimmaginabili.


Purtroppo, i cambiamenti climatici non sono reversibili, ma è possibile diminuirne gli effetti, attuando azioni di mitigazione, e contemporaneamente imparare ad adattarci alle loro conseguenze.


Mettendo in atto adeguate misure di mitigazione è possibile ridurre la quantità di emissioni rilasciate nell'atmosfera, mentre l’adattamento consente all’uomo di avere un adeguato grado di preparazione e di acquisire resilienza nei confronti degli eventi provocati dai cambiamenti climatici, che saranno più severi nelle zone del Pianeta più vulnerabili e maggiormente avvertiti dalle popolazioni più indifese.


Sebbene ancora oggi vi siano racconti negazionisti in tal senso, che chiaramente si scontrano con le evidenze scientifiche e i fenomeni che già stanno mettendo in crisi il nostro mondo, gran parte della società civile, soprattutto le generazioni più giovani, e molte organizzazioni internazionali hanno iniziato vere e proprie azioni di lotta per richiedere con forza un'azione globale che vada a contrastare i cambiamenti climatici. Più vicino a noi, con coraggio e in vista della già evidente vulnerabilità del nostro continente, l'Unione europea ha posto i cambiamenti climatici in cima alla propria agenda politica con il Green Deal, il piano che, fra gli altri, ha l’obiettivo di rendere l’Europa il primo continente climaticamente neutrale entro il 2050 con la riduzione del 55% dei gas serra entro quell’anno.


Sicuramente, il quadro dipinto non è rassicurante. Ma noi, nel nostro piccolo, cosa possiamo fare per aiutare ad invertire la rotta di una nave diretta verso una meta infausta?


Intanto, acquisire consapevolezza in merito a queste dinamiche permette di vedere più distintamente intorno a noi e di comprendere meglio quanto ciò che ci viene raccontato sia o meno veritiero. E questo già ci consente di orientare le nostre scelte in modo più consapevole e maturo!


Poi, ognuno di noi ha la possibilità di contribuire a migliorare lo stato attuale e sicuramente piccoli miglioramenti collettivi possono condurre, insieme, a grossi risultati.


Quindi, che facciamo?


Interessanti proposte vengono fornite dalla campagna ActNow delle Nazioni Unite che mira a diffondere esempi concreti di azioni individuali da mettere in campo per contrastare i cambiamenti climatici e favorire la sostenibilità, nella sua accezione più ampia.


Come penso anche io, questo progetto ritiene che ogni individuo possa contribuire a limitare il riscaldamento globale e ad influenzare in senso positivo il cambiamento, semplicemente compiendo scelte di vita che abbiano effetti limitati sull'ambiente, diventando così parte attiva verso la soluzione del problema, invece di esserne parte.


Le prime dieci azioni che vengono proposte sono di una semplicità disarmante ma, se tutti le compiessero, i vantaggi sarebbero già tangibili. Per esempio, potremmo iniziare a:

  • risparmiare energia e acqua nelle abitazioni e cambiarne le fonti energetiche;

  • muoversi camminando, andando in bicicletta e utilizzando il trasporto pubblico;

  • applicare nel quotidiano la regola delle 4 R, con particolare riferimento a ciò che può diventare rifiuto: riduci, riusa, ripara, ricicla;

  • mangiare più alimenti vegetali e gettare meno cibo;

  • passare ai veicoli elettrici;

  • pianificare in modo più sostenibile i propri viaggi;

  • fare in modo che il proprio denaro conti.

Infine, vorrei chiudere con l’azione che, anche con questa Sezione di JustLife, abbiamo già iniziato a fare: parlarne!


Sono, infatti, profondamente convinta che solo continuando a diffondere conoscenza e corrette informazioni, si potrà davvero cambiare ed intraprendere pienamente la strada maestra verso la sostenibilità e il benessere.



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