top of page

L’intestino è il nostro secondo cervello: l’intervista alla Dottoressa Emanuela Visconti

di Gioia Belardinelli

È stato il Dottor Micheal D. Gershon della Columbia University ad elaborare la teoria dei due cervelli (Il secondo cervello, 1998), secondo cui l’intestino è il secondo cervello, dove sono presenti oltre cento milioni di neuroni, che regolano stress, ansia e tensione.



Oggi ne parliamo con una dottoressa gastroenterologa veramente speciale: Emanuela Visconti.

Una laurea in Medicina e Chirurgia, una specializzazione in Gastroenterologia e 12 anni di attività clinica e domiciliare nel mondo delle Cure Palliative e Terapia del Dolore, con la gestione di pazienti oncologici terminali.


Un’esperienza che l’ha portata a comprendere pienamente il concetto di Qualità della Vita e l’importanza del benessere psicofisico.


Ciao Emanuela e benvenuta a Just Life. Quanto è importante la branca in cui ti sei specializzata, cioè la gastroenterologia, per il nostro benessere psicofisico?

Si dice che l’intestino è un secondo cervello, e non è solo un modo di dire, perché l’asse intestino-cervello è un collegamento concreto. L’intestino contiene una quantità di fibre neuronali che è molto simile a quella del cervello . Il ruolo del microbiota intestinale (flora intestinale) incide su molte cose, anche sulla qualità del sonno e sull’umore.

Se io ho una discomfort addominale di certo non ho un’alta qualità della vita e lo stesso vale se ho una flora intestinale disallineata. Il benessere psicofisico passa assolutamente attraverso il tratto gastrointestinale.


Quanto influisce l’alimentazione sul buon funzionamento di questo tratto?

L’alimentazione è fondamentale, bisogna fare attenzione non solo a come ci alimentiamo, ma a come ci nutriamo. Per esempio dobbiamo iniziare a scegliere cibo di buona qualità rispettando la stagionalità e riuscire, per quanto possibile, a rispettare una crononutrizione, ovvero mangiare secondo il nostro orologio biologico.

Ai giorni d’oggi il nostro ritmo di vita dal punto di vista sociale è alterato, spesso mangiamo male e ad orario sfalsati e così il microbiota non riesce a produrre benessere, e qui subentra anche lo stress e il discomfort. E poi oggi c’è anche un altro grande problema: un’abitudine all’alcol molto diffusa. Per farti un esempio, vent’anni fa non si facevano aperitivi alcolici 3/4 volte a settimana. E questo contribuisce ancor di più ad un microbiota intestinale di scarsa qualità, poiché sappiamo che al drink alcolico si associano spesso stuzzichini e fritti.


Giustissimo, però sai indicarci il limite tollerato dall’intestino?

Tendenzialmente il limite non esiste, è corretto affermare che l’alcol non è consigliato. Primo perché non è un alimento nobile, non è un nutriente essenziale, insomma non aiuta nulla ed oltretutto è gastrolesivo e favorisce il reflusso gastroesofageo. I momenti di socialità possono essere vissuti anche con dei cocktail analcolici.


Anche una sola volta a settimana fa così tanto male?

Teoricamente no, se lo vediamo solo da un punto di vista di frequenza. Il problema sussiste quando si uniscono un’alta frequenza ad una grande quantità. Il limite resta pertanto soggettivo.


Colite e colon irritabile, cosa sono esattamente?

Il primo errore che si fa spesso è quello di etichettare qualsiasi mal di pancia con la parola “colite".

Se volessimo essere precisi, per definirla colite, avremmo bisogno di un esame istologico per sapere se sussiste effettivamente un’infiammazione del colon o se invece si tratta della sindrome del colon irritabile.

Quest’ultima comporta una serie di sintomi ricorrenti come dolore addominale e sudorazione algida, che solitamente si accompagnano ad un aumento del numero delle evacuazioni generalmente diarroiche.

Si può parlare di color irritabile quando non ci sono sintomi di allarme come la presenza di sangue nelle feci, febbre, dolori delle piccole articolazioni, nausea e vomito


Quali sono le cause dei colon irritabile?

Uno stile di vita non corretto sopratutto, se io introduco un carburante “cattivo”, la mia macchina corpo inizia a funzionare male e la mia flora intestinale e il mio microbiota cambiano, favorendo la sovraccrescita di batteri che contribuiscono alla comparsa di meteorismo e qualità di feci non buone E posso soffrirne in maniera ricorrente. Il paziente va comunque indagato e si arriva per esclusione a una diagnosi di colon irritabile.


Cosa potrebbe migliorarla?

Se ho escluso patologie organiche e sono arrivata a constatare che ho un problema più che altro funzionale (quindi ho un organo sano ma che faccio lavorare male), devo adottare un corretto stile di vita. Ciò significa bere più acqua, evitare fumo e alcol, fare un minimo di attività fisica che favorisce un buon sistema immunitario che per la gran parte è regolato a livello intestinale. Se io mangio bene di sicuro ho un sistema immunitario più forte, un tono dell’umore migliore perché vado ad agire sulla nutrizione cellulare.


L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità ) dice che il 70 % delle patologie piccole e grandi si potrebbero evitare con un rischio dietetico più controllato e un buono stile di vita. A me piace sempre ripetere che siamo noi stessi che possiamo cambiare il corso della nostra storia.


Comentarios

Obtuvo 0 de 5 estrellas.
Aún no hay calificaciones

Agrega una calificación
bottom of page