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Obiettivi Agenda 2030: a che punto siamo? (seconda parte)

di Nadia Lucia Cerioli


Nel precedente articolo abbiamo iniziato a parlare dei 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030 soffermandoci sui progressi che ha compiuto l’Unione Europea. Oggi invece parliamo, nello specifico, dei quattro obiettivi che hanno registrato un andamento negativo.



Vediamo quali sono:


Obiettivo 9: Imprese, innovazione e infrastrutture

Per l’obiettivo che riguarda le infrastrutture, appare preoccupante l’aumento registrato nel 2021 del numero di vittime di incidenti stradali: un tale contesto rende indispensabili azioni più incisive per arrivare al rispettivo target per il 2030.


Obiettivo 13: Azioni sul clima

Importante è esaminare la situazione, fra gli altri, dell’obiettivo che riguarda le azioni per contrastare il cambiamento climatico. Infatti, sebbene a partire dagli anni ’90 l’Europa abbia già tagliato del 30% le proprie emissioni nette di gas a effetto serra, per conseguire il traguardo ambizioso della riduzione del 55% delle stesse al 2030, sarà necessario mettere in atto ulteriori e più impattanti azioni, compreso l’incremento delle fonti energia rinnovabile. In un tale quadro, appare più che mai importante il fatto che i firmatari del Patto dei sindaci per il clima e l'energia sono aumentati nelle adesioni, almeno fino al 2021. Se vi ricordate, ne abbiamo parlato nell'articolo (Just Life alla Conferenza Nazionale delle Green City)


Obiettivo 15: Vita sulla terra

Anche per questo obiettivo le notizie non sono esaltanti. Da una parte la superficie forestale complessiva del nostro continente è aumentata, dall’altro le concentrazioni di sostanze inquinanti nei fiumi hanno tendenze negative ed aumenta anche il degrado del suolo. Infine, sebbene le aree protette siano più numerose, continua a registrarsi un forte depauperamento nel lungo periodo delle popolazioni di uccelli comuni e farfalle.


Obiettivo 17: Parternship per gli obiettivi

Per l’obiettivo n.17, sono in crescita le importazioni dell'Unione europea dai Paesi in via di sviluppo. Tuttavia, ciò non coincide con un parallelo accrescimento dei finanziamenti complessivi in tale direzione, tanto che non si è avuto alcun progresso europeo verso l’obiettivo 2030 relativo al rapporto tra l'aiuto pubblico allo sviluppo donato e il reddito nazionale lordo (Rnl), pari allo 0,7%.


Fra gli SDGs positivi e quelli fermi o negativi, ne esistono altri per i quali si evidenziano lievi progressi, ma con una tendenza comunque positiva. Parliamo di:


- obiettivo 2: Zero fame

- obiettivo 6: Acqua pulita e servizi igienico-sanitari

- obiettivo 7: Energia pulita e accessibile

- obiettivo 11: Città e comunità sostenibili

- obiettivo 12: Consumo e produzione responsabili

- obiettivo 14: Vita sott'acqua.


Partendo dagli indicatori relativi alla lotta alla fame, da un lato i trend relativi alla malnutrizione sono linearmente sfavorevoli, dall’altro la sostenibilità delle produzioni agricole e la rispettiva produttività hanno registrato un miglioramento.

In merito all’accessibilità all'acqua pulita e adeguati servizi igienico-sanitari, è riportata nel documento una costante diminuzione delle famiglie che non ne hanno accesso e un continuo miglioramento del collegamento alla rete di trattamento secondario delle acque reflue. Nonostante ciò, a partire dal 2013 la concentrazione di fosfati nei corsi d’acqua è aumentate in maniera pressoché costante e l'indice di sfruttamento idrico mostra una tendenza in leggero aumento negli ultimi anni.

Per quanto riguarda gli aspetti energetici connessi all’obiettivo 7, apprendiamo che la possibilità di avere l'energia a prezzi accessibili continua a migliorare permettendo una generale e adeguata climatizzazione delle abitazioni.

Anche gli indicatori dell’obiettivo 11, che monitorano la sostenibilità di città e comunità, evidenziano tendenze positive, con criticità soprattutto nell’ambito della mobilità sostenibile e degli impatti ambientali.

Per quanto riguarda l’obiettivo 12 relativo al consumo e produzione responsabili, sino al 2019 è stato registrato un aumento dell'impronta materiale europea (che stima la domanda di estrazione globale di materiali indotta dal consumo di beni e servizi), con una battuta d’arresto nel 2020 in corrispondenza alla riduzione dell'attività economica dovuta dalla pandemia.

Infine, nota positiva dell’obiettivo n.14 è il rilevante aumento dell'estensione delle aree marine protette a partire dal 2012, con buone opportunità di raggiungere l'obiettivo di proteggere il 30% delle acque marine entro il 2030. È tuttavia necessario ottenere dati significativi e indicativi dello stato di conservazione dei siti e della protezione che possono fornire a specie ed habitat.


Questo il quadro di sintesi.


Se poi siete interessati ad approfondire ulteriormente l’argomento, avete la possibilità di leggere il documento nella sua interezza, scaricandolo qui: Sustainable development in the European Union –Monitoring report on progress towards the SDGs in an EU context – 2023 edition - Products Flagship publications - Eurostat (europa.eu)


Buona lettura e a presto!

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